Monday, January 22, 2018

Letture online di giuristi italiani: 7. Giandomenico Romagnosi (1761-1835): VI. Scienza delle costituzioni (1849).

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La Scienza, ed. 1849.
 VI.

La Scienza
delle
Costituzioni
per Giandomenico Romagnosi
Opera Postuma
Volume Unico
Torino
Presso i Fratelli Canfari
tipografi-editori
1849


La Scienza, ed. 1850.
• Hoc civitati maximum est salutis initium, super quo, quasi stabili fundamento, aedificare postea, quicquid civitati decorum et huic constitutioni congruum sit, facile quisque poterit. Sed, si fundamentum hoc debile ruinosumque fuerit, nulla civilis opera prospere deinde succedet. Plato de Legibus Dial. V.
• Questo è allora il principio più importante della salvezza dello stato, e su questo principio come su una solida base è possibile per chiunque edificare in seguito quell'ordinamento politico che si adatta ad una simile formazione dello stato: ma se questa base è marcia, non vi sarà in alcun stato azione politica successiva che sia praticabile. Platone, Le leggi, V.
• Questo Volume Unico esce in Firenze nell’anno 1850, “a spese degli editori”.
• Dalla Introduzione dell’Autore: «In tutti i paesi inciviliti dell”Europa si è sollevata una voce che implora costituzioni momarchiche adattate alla situazione dei diversi popoli. Alcuni principi illuminati sui loro veri interessi hanno già secondato questa voce, ed altri vi sembrano propensi. Che cosa dunque rimane a fare agli scrittori politici? Rimane io rispondo, a far tutto ciò che si conviene ad una materia della più alta importanza, della quale non furono mai sviluppate a dovere le condizioni, fissati i principii e distese le regole: e quand’anche l’Europa tutta, o qualunque altra parte della terra presentasse monarchie costituzionali già stabilite e rese venerabili dal tempo, ciò non ostante resterebbe ancora a pensare molto e a dir molto. Gli uomini ed i governi cominceranno sempre col fare, e finiranno col pensare e collo scrivere, per far di nuovo meglio di quello che prima fecero».

Vol. II, Livorno e Napoli.
• Della Scienza delle costituzioni si trovano nell’Archivio Internet diverse edizioni: del 1849; del 1850; Tra due eguali scegliamo la più nitida e leggibile, ma fra due diverse le indichiamo entrambi. L’opera appare postuma e in varie edizioni, come volume unico o in più volumi. Questo è il Volume secondo uscito nel 1849 con questa dicitura nel frontespizio: «Si vende in Livorno nella Tipografia del Patriota. In Napoli dai principali librai» Questa edizione è stata stampata dalla Tipografia Perrotti.
• Segue dall’Introduzione dell’Autore: «Ardua posizione dell’uomo politico che progetta una costituzione specialmente monarchica! Egli deve collocarsi nel posto, dirò così, di un Dio per attribuire a’ principi ed a’ popoli ciò che è necessario alla loro guarentigia. Di qua la dignità del principe rigetta con isdegno que’ vincoli che tessuti da una esagerata diffidenza umiliano la di lui gloria ed inceppano senza necessità la prerogativa reale: di là poi la generosità nazionale rifugge con orrore dall’arbitrio lasciato agli errori ed alle passioni dei gabinetti e degli amministratori subalterni. Fra questi estremi chi può lusingarsi di camminare senza incontrare gli urti delle passioni e dei pregiudizi? Disse un antico: La verità è la più forte delle cose. Ma chi può avanti tempo assicurarsi di avere scoperta la verità, e di averla scoperta tutta? E quand’anche potesse nutrire questa lusinga, non sarebbe egli attorniato dai più terribili nemici? Io non conosco abbastanza lo stato interno delle estere nazioni; ma rispetto alla mia dirò, che da una parte tutta la bile feudale e clericale esaltata, e dall’altra tutto il senso grossolano ed incerto degli stessi amici dell’ordine alzano contra di me una opposizione tale, per cui io non posso confidare che nell‘azione lenta del tempo, e nella provvidenza d’un genio forte, generoso dei illuminato che regga i nostri destini».

Vol. I, Livorno e Napoli.
Nell’Archivio Internet si trova anche il primo volume dell’Edizione indicata, della Tipografia Perrotta, del 1849.
• Segue dall’Introduzione dell’Autore: «In aspettazione dunque degli eventi, altro non mi rimane che pagare alla mia patria quel tributo ch’io le debba, quello cioè de’ miei pensieri, dettato dallo zelo il più imparziale. Pur troppo io preveggo che niuno rimarrà contento di me. I cortigiani si sdegneranno e mi minacceranno, perché io abbia ardito di legare in modo nuovo le mani al monarca: i popolari si lagneranno di me, perché io abbia attribuito al re tutta l£autorità, e no mi sia riserbato che di cautelarne l’esercizio entro i limiti della più rigorosa neseccità. Da chi pertanto potrò sperare suffragio? Da que’ pochi saggi più amati dal Cielo ai quali alla fine è raccomdandato il destino delle utili verità. Essi rimarranno facilmente convinti, che una buona costituzione è il miglior regalo che fare si possa al monarca ed al popolo: al monarca per la sua potenza e per la sua gloria: al popolo per la sua sicurezza e per la sua prosperità».

Indice Sommario
della
(Volume Unico, 1850)

Pagina
5: Introduzione.
13: Parte Prima. Teoria Generale.
15: Capitolo Primo. Intento e necessità di una costituzione monarchica.
§ 1: Fine universale di qualunque istituzione di Governo.
§ 2: Fine particolare delle costituzioni monarchiche.
§ 3: Del temperamento dei poteri.
§ 4: Motivi speciali che rendono necessario il temperamento dei poteri del governo monarchico.
§ 5: (Continuazione) Necessità perpetua di garantirsi dal dispotismo minisyteriale.
21: Capitolo II. Come si possa ordinare una costituzione nazionale salva la prerogativa regia.
§ 6: Avvertenze preliminari.
§ 7: (Continuazione) Carattere essenziale d’una costituzione.
§ 8: Antagonismo e sua azione sull’autorità reale.
§ 9: Come definire la necessità di temperare l'autorità regia.
§ 10: Limiti dell’antagonismo.


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